Fonti, fontane e lavatoi

Fontana del Calamo in Corso Mazzini ad Ancona

© A. Tessadori

Dagli anconetani denominata “Fontana delle tredici cannelle”, con chiaro riferimento al numero delle bocche d’acqua. 12 grandi maschere di bronzo ed un centrale in pietra che dovrebbero raffigurare altrettanti satiri e fauni, sovrastati dal cavaliere all’assalto, simbolo ed emblema della città di Ancona. Il monumento ha origini molto antiche e due costruzioni alle spalle quella greca prima e quella medioevale successiva. Inglobata  nelle mura cittadine proprio durante il Medioevo, la Fontana fu realizzata nelle forme attuali da artisti di Recanati su disegno dell’architetto Pellegrino Tibaldi (1560).

Fontana dei Delfini in Piazza Marconi a  Cerreto d’Esi

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Un primo progetto, non realizzato, è datato 1888. Al 1890 risale un secondo progetto sulla base del quale è stata costruita la fontana, terminata nel 1894. In pietra arenaria di Signa in Toscana, è costituita da una vasca circolare; al centro di questa è posto un basamento triangolare su cui s’innalza una colonna con capitello corinzio; intorno a tale colonna si avvolgono i corpi di tre “delfini”, ognuno dei quali poggia la testa su un angolo del basamento triangolare.

Fonte dei Decapitati in Piazza del Plebiscito ad Ancona

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Detta anche Fontanone (XV secolo), con i suoi bassorilievi, ricorderebbe i giovani martiri che avevano lottato per ripristinare la libertà comunale perduta dopo il colpo di stato di Clemente VII, atto con cui finiva la Repubblica di Ancona nel 1532.

Fontana dei Cavalli in Piazza Roma ad Ancona

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La storia ci rimanda al 1758 e tre spostamenti in punti strategici della città. Oggi è la fontana più conosciuta ad Ancona e ricorda, con le sue sculture, i due aspetti del mare, entrambi conosciuti dai marinai anconetani: i cavalli marini, sacri a Poseidone, ricordano le tempeste che secondo la mitologia il dio del mare poteva scatenare; i delfini, sacri ad Afrodite, ricordano invece la buona navigazione.

Fontana Maggiore in Piazza della Madonna davanti alla Basilica della Santa Casa di Loreto

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Un superbo esempio di fontana barocca della nostra regione. Venne voluta dai legati pontifici nel XVII secolo per soddisfare le esigenze, anche igieniche, dei numerosi pellegrini.

La Fontana in Piazza della Madonna fu realizzata dagli architetti Giovanni Fontana e Carlo Maderno tra il 1614 e il 1620 con la posa delle statue bronzee degli scultori recanatesi Tarquinio e Pietro Paolo Iacometti.

Fonte delle sette Cannelle Via Santa Barbara a San Severino Marche

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La Fontana delle sette cannelle risale al XIII sec. e in origine si chiamava Fonte della Valle, mutò successivamente nome dal numero delle cannelle che la alimentavano. L’elegante costruzione con portico a due archi poggianti in origine su colonne scanalate, fu restaurata e ricostruita più volte nel corso dei secoli. Nel XVII sec. le volte a crociera furono dipinte con motivi floreali riecheggianti un pergolato e su una parete fu pitturata l’immagine della Madonna dei Lumi ai cui piedi è inginocchiato S. Severino.

Due Fontane di Piazza del Popolo a San Severino Marche

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Inserite nel 1937 per arricchire la monumentale piazza che non a caso è considerata una delle più belle delle Marche.

Fontana Ottagonale in Piazza Mattei a Matelica

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Costruita nel 1619 al suo interno quattro animali mitologici indicano i punti cardinali: Sirena. Tritone, Nettuno ed Aquila. La tradizione popolare vuole che compiendo attorno 7 giri di corsa si acquisisca la simpatica “Patente da Mattu” (patente di pazzo) a chi si cimenta nell’impresa.

Fontana del Maltempo Corso Garibaldi  a Cingoli

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La “Fontana del maltempo” di Cingoli, già citata nel 1513, fu restaurata e portata alle forme attuali nel 1568, per mano della bottega dei Lombardi, allievi del Sansovino. Deve il suo nome al fatto che l’acqua scaturiva abbondante solo dopo forti piogge. Vi è raffigurato un cervo che riposa ai piedi di un albero di tasso, una variazione sul tema dello stemma di Cingoli.