Passaggio a Ovest

La traccia digitale, infatti, c’è già ed è impressa su Instagram con il progetto IgersMarche, nato nel 2013 dall’estro di Ilaria Barbotti, Nadia Stacchiotti e Gianluca Candela, con l’obiettivo di far conoscere alla comunità virtuale (e non solo) le nostre Marche. IgersMarche, che fa parte di IgersItalia, programma nato nel 2011 con lo scopo di raccontare il Belpaese attraverso immagini pubblicate sul social network Instagram, si avvale, in poco tempo, della collaborazione di istituzioni regionali e locali, enti, associazioni e imprenditori.

Un team di 25 persone, da Ascoli Piceno a Pesaro, passando per Fermo, Macerata e Ancona, immortala su obiettivo fotografico le bellezze marchigiane e le pubblica, poi, su Instagram. In questo scenario nasce l’hashtag #marcheaovest, che raccoglie, nel momento in cui scriviamo, oltre 330 immagini. Meravigliosi paesaggi, particolari suggestivi, strutture architettoniche, persone, animali, strade, vie, piazze… la vita stessa viene colta nella sua pienezza, nella sua vivacità. C’è una parte, delle Marche, infatti, che non siamo abituati a considerare. Una parte silenziosa, quieta, ma allo stesso tempo operosa, e, per questo, piena di vita. Sono le Marche dell’entroterra, le Marche dell’Ovest, quelle dei borghi rurali storici, territori ricchi di cultura, tradizioni e storia; luoghi dal fascino medioevale e dai paesaggi mozzafiato.

Da decenni ormai, con il progressivo abbandono dell’agricoltura, tali borghi hanno purtroppo subito un forte spopolamento. Ecco che, allora, entrano in gioco i GAL, Gruppi di Azione Locale, che mirano a riportare in auge tali territori, attraverso progetti di riuso e valorizzazione dei borghi storici rurali minori, nel rispetto dell’assetto urbanistico, architettonico e storico culturale dei luoghi stessi.

Le Marche verdi

Secondo San Bernardo da Chiaravalle “troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi ti insegneranno le cose che nessun maestro ti dirà”. E a saper leggere gli alberi c’è tanto davvero tanto da imparare. Le Marche hanno un patrimonio paesaggistico inestimabile. Durante il censimento del 2011, il Corpo Forestale dello Stato ha rilevato ben 846 formazioni vegetali e, dopo una puntuale e rigorosa selezione con la Regione, ne ha proposte 397 quali Formazioni Vegetali Monumentali. Un albero come un monumento, perché merita lo stesso rispetto e fornisce le stesse informazioni e racconta la storia proprio come una statua o un’opera d’arte. Saper leggere una quercia, una magnolia, una vite equivale a saper leggere la storia della nostra regione.

Sport dell’entroterra: trekking, escursionismo, arrampicate

Le bianche cime innevate delle Marche campeggiano nelle foto degli IgersMarche. E adesso che è tempo di settimane bianche guardare gli impianti sciistici di Frontignano di Ussita fa venire davvero voglia di vacanza. Questa è la stazione sciistica più grande delle Marche per lunghezza delle piste da sci. La località invernale è situata nella catena montuosa dei Monti Sibillini e il panorama è incantevole. Il Monte Bove sovrasta questo piccolo comune, le piste sono molto curate ed è presente anche un attrezzato snowpark. Non solo sci, per godere a pieni polmoni dell’aria, della natura e delle atmosfere che solo le Marche dell’entroterra riescono a regalarci, si può effettuare una serie di attività quali escursioni, arrampicate, passeggiate in mountain bike ed escursionismo. Camminare in mezzo alla neve godendo di meravigliosi paesaggi è un’esperienza che riempie il cuore di grandi e piccini.

Pittoreschi scorci marchigiani tra borghi, rifugi e antichi casolari

“Voglio vivere così, col sole in fronte …”. Girando tra i borghi e per le vie dell’entroterra marchigiano sembra di sentire la calda voce del tenore Ferruccio Tagliavini che la cantava nel 1941 nel film di Mario Mattoli. Le Marche contano ben 22 borghi tra i più belli d’Italia e centinaia di meravigliosi villaggi rurali dislocati nell’entroterra, paesi dal carattere e dalle tradizioni rustiche e contadine, che spesso vengono dimenticati. È in questi scenari dall’atmosfera antica che si possono cogliere alcuni tra gli scorci più caratteristici della regione. Cascine, casolari e rustici caratterizzano la parte ovest della regione, un territorio dal sapore genuino in cui sono sempre più coloro che, soprattutto stranieri, decidono di investire in immobili di campagna, ristrutturando vecchi casolari, crescendo i propri figli all’aperto e coltivando la terra. E come non citare i caratteristici rifugi della regione, quali il Rifugio Giovanni Giacomini sul valico di Forca di Presta (AP), il Rifugio Sibilla di Montemonaco (AP) e il Rifugio Tito Zilioli, situato sul Monte Vettore, a più di 2000 metri d’altezza. Spazi in cui il tempo sembra essersi fermato, luoghi che offrono vitto e alloggio a quanti vogliano intraprendere delle avventurose escursioni alla scoperta dei suggestivi sentieri marchigiani.

Le tipicità enogastronomiche

Marche a Ovest non solo da guardare, ma anche da mangiare. Vino cotto, Sapa, Visner, salami dop, ciauscolo, olio buono direttamente dal frantoio, pecorino, miele, formaggi al fico, al carciofo e al limone. E ancora crescia, fichi, lonze. Insomma, pancia mia fatti capanna. La storia delle tradizioni marchigiane è la storia di un territorio incredibilmente vario. Ci sono contaminazioni di ogni tipo che si sono intrecciate nei secoli. E la cucina è ricca di alimenti genuini e tipici da far gola a chiunque. Tra grandi chef e volti noti, sfogliare la cartina geografica delle Marche è come veder sfilare le “star” dell’enogastronomia marchigiana, con in primo piano il Verdicchio e le altre denominazioni del “Vigneto Marche” ad accompagnare ciauscolo, olive all’ascolana, tartufo e formaggio di fossa, cereali e legumi bio, maccheroncini di Campofilone e mille altre delicatessen autoctone. Un’esperienza del gusto a tutto campo, da assaggiare, assaporare e amare.

I luoghi del culto

Abbazie, conventi e monasteri, eremi, santuari, luoghi che sono circondati da un’aura di misticismo e spiritualità, mista al mito e alla fiaba. Le popolazioni dell’entroterra marchigiano sono molto legate alle preghiere e ai luoghi di culto. E immergersi per qualche secondo in uno di questi posti serve a ritrovare se stessi e a imparare ad ascoltare anche la natura in cui sono immersi. Gli eremi, infatti, sorgono incastonati tra boschi secolari, i santuari chiamano a devozione anche i più scettici, e i conventi sono tornati al loro vecchio splendore grazie a minuziosi restauri. Tra pietre secolari e atmosfere spirituali è facile incontrare opere d’arte di indubbia bellezza e ricchezza. Affreschi meravigliosi che adornano stanze dall’architettura inconfondibile. Scoprirli è come intraprendere un viaggio tra arte, cultura e spiritualità, come poche regioni riescono a offrire.

La longevità dei marchigiani

Nelle Marche si vive a lungo e si vive bene. Lo dicono le maggiori statistiche e lo dice anche una ricerca condotta dalla Coldiretti Marche, basata sugli indicatori demografici 2013 dell’Istat: gli ultracentenari marchigiani superano quota 500, a conferma del primato di longevità che la nostra regione detiene sia in ambito nazionale che europeo. È la sana alimentazione tipica delle Marche ed è la forte operosità dei marchigiani che, insieme a coesione sociale famiglia e spiritualità, costituiscono l’elisir di lunga vita. Volti rugosi, segnati dalla fatica, dall’impegno, dal lavoro nei campi, a contatto con animali e natura: questa è la semplicità e la forza della vita marchigiana. Mangiar bene, respirare aria pulita e vivere di cose semplici sono gli ingredienti della ricetta per la longevità. E i marchigiani si tengono la ricetta stretta stretta nel cassetto del proprio comodino. Perché a vivere siamo capaci un po’ tutti, ma saper vivere bene ce lo possono insegnare solo gli ultracentenari marchigiani.