Fabriano, storia di un fiume (in)dimenticato…

Dopo 55 anni, il Giano torna alla luce. Un fiume di partecipazione nella città della carta.
Tra speranze, confronto e azioni concrete, il caso Giano accende un dibattito sul futuro della città e del suo fiume, configurandosi come interessante esperimento di urbanistica partecipata.

Il fiume e la città: un binomio inscindibile
Da sempre il fiume ha rappresentato una condizione favorevole per l’insediamento umano, per lo sviluppo delle civiltà e di conseguenza per quello urbano, definendo l’assetto di una città e il suo sviluppo economico e culturale. Ciò è sicuramente vero fino ad un certo periodo della storia, almeno fino a quando la città ha perso memoria della sua importanza, fino a quando al fiume è stato riservato il ruolo di “servizio” all’industria ed è stato piegato alle esigenze antropiche. Il fiume ha così assunto, in alcuni casi, lo status di non luogo, uno spazio urbano residuale, un accessorio paesaggistico fastidioso e pericoloso.
Al Giano che attraversa la post-industriale città di Fabriano, nella provincia di Ancona, è toccata questa stessa sorte.

Acqua sotto il cemento. La tombinatura del fiume Giano
Sono numerosi i fiumi nascosti sotto il calcestruzzo e il Giano non fa eccezione. Nel 1958, infatti, nella zona del centro storico, il fiume è stato definitivamente coperto da una coltre di cemento. L’intensa attività industriale che si era sviluppata in quegli anni aveva donato al fiume sgargianti sfumature di colore e un odore che gli conferì l’appellativo di “rigagnolo maleodorante”. Cattivo odore e pericolo inondazione sono le cause ufficiali della tombinatura del fiume, che da allora ha scorso sotto la pelle del centro storico, divenendo un superstite nel ricordo di alcuni cittadini e il protagonista di vecchie foto in bianco e nero.
Dalla sua copertura fino ad oggi, il fiume Giano, silente e dimenticato, tornava a far parlare di sé solo in caso di emergenza idraulica.

Il rumore dell’acqua: lo scoperchiamento del fiume
Lo scorso 18 marzo, dopo 56 anni un tratto del fiume Giano è tornato alla luce. Lo scoperchiamento del fiume, che rientra in un progetto di recupero del centro storico previsto da alcuni anni, per molti cittadini ha rappresentato un vero e proprio avvenimento storico: molti di loro hanno potuto vedere scorrere per la prima volta, nel centro storico, quell’acqua, che durante il medioevo ha reso fiorenti tutte quelle attività produttive – concerie, fucine di fabbri, tintorie –  che hanno contribuito alla storia e alla cultura della città di Fabriano.
Il progetto, al momento, salvo modifiche in corso, prevede che solo un breve tratto resti scoperto, la restante parte una volta bonificata e ristrutturata potrebbe tornare sotto il cemento. Storia e cultura potrebbero di nuovo annegare sotto il calcestruzzo.

Il caso Giano, la partecipazione cittadina
“Il fiume è vita, ridiamo vita a Fabriano”, questo il motto del comitato spontaneo Alla scoperta del Giano, un gruppo di cittadini che si sono uniti con l’intento di restituire alla città della carta il suo fiume, rianimare il centro storico cittadino, auspicando una Fabriano concretamente declinata sotto il profilo turistico.

Il comitato si costituisce nel 2012 dopo l’approvazione di un progetto che prevede lo scoperchiamento del fiume nel suo tratto urbano, la sua bonifica e il consolidamento delle strutture e poi la sua ritombinatura.
Quando questa notizia giunge all’opinione pubblica cittadina il fiume Giano torna a far parlare di sé. Parte della cittadinanza vede infatti, nella possibilità che il fiume resti scoperto, una chance di rinascita, quell’elemento capace di dare lo slancio ad una cittadina che sente la necessità di rigenerarsi.

Sul web si scatena un intenso dibattito pubblico: la città torna a parlare di sé e questa volta lo fa in senso positivo. I cittadini sono i primi a cogliere le potenzialità che lo scoperchiamento del fiume può portare, si fanno promotori e interpreti di un cambiamento di cui la città di Fabriano necessita.

Se il futuro di Fabriano sarà turistico, allora occorre recuperare il patrimonio storico della città, riqualificare il paesaggio e vedere il fiume come produttore di benessere e ricchezza culturale, turistica e ricreativa. Questa è la voce che si leva dalla piazza virtuale.

In quasi due anni di attività il Comitato Alla scoperta del Giano ha messo in atto una serie di azioni concrete: ha presentato una petizione popolare, organizzato convegni, esplorazioni sul fiume e sentito il parere di esperti affinché il progetto di ritombamento del fiume venga modificato.

Impossibile stabilire oggi quale sarà il futuro del fiume Giano e della sua città, sebbene sia difficile ignorare il dibattito pubblico che la questione Giano ha suscitato e la partecipazione attiva da parte della cittadinanza alla cosa pubblica. La questione Giano si configura quale interessante esperimento di urbanistica partecipata in cui i cittadini sono diventati ormai co-protagonisti nel governo del proprio territorio.

di S. Cecconi