Salti d’acqua, le piccole cascate delle Marche

L’acqua, elemento vitale della terra, con la sua energia è in grado di plasmare il territorio che viene interessato dal suo percorso, modificando così i luoghi e creando, in alcuni casi, gole e strette forre. I salti d’acqua sono dei gioielli incastonati nelle montagne, non sempre di facile accesso. La maggior parte di essi sono facilmente raggiungibili ma, in alcuni casi, il percorso che vi conduce è più impervio e faticoso.
In ogni caso la suggestione suscitata da questi luoghi incantati è davvero unica: un cammino sensoriale fatto di una commistione di giochi di luci e di suoni dati dallo sciabordio dell’acqua, la base musicale che accompagna l’addentrarsi dell’escursionista in scenari da favola.
Le Marche sono costellate di ambienti suggestivi di questo genere e da nord a sud la regione offre i più svariati salti d’acqua: delle piccole cascate dall’innegabile fascino, fonte di ispirazione di numerosi artisti, dai poeti ai pittori, ai musicisti fino agli appassionati di viaggi di ogni genere.

Cascate del Sasso

© A. Tessadori

In Provincia di Pesaro troviamo le Cascate del Sasso a Sant’Angelo in Vado: si tratta delle cascate più importanti del Metauro, si generano a pochi km dalla sua sorgente in una sequenza di strati calcarei più resistenti all’erosione fluviale, con un’altezza di 12 mt. e larghezza di circa 60 mt. e sono note anche sotto il nome di Balza del Metauro.

Le cascate sono visitabili dalla parte bassa accedendo al fiume, attraverso un passaggio che si trova in corrispondenza di un vecchio mulino. Nonostante il percorso non versi nelle migliori condizioni, lo spettacolo naturale che si aprirà agli occhi del visitatore sarà certamente di una particolarità unica. Lo specchio d’acqua è, inoltre, circondato da una rigogliosa vegetazione di salici e pioppi ed è possibile incontrare anche specie faunistiche rare come il Martin Pescatore.

Forra di Riofreddo

© A. Tessadori

In Provincia di Ancona, a Sassoferrato, scopriamo la Forra di Riofreddo, gola creata dall’erosione delle acque del fiume omonimo. Il termine “forra” sta a significare, infatti, “spazio tra due solchi”. Nasce sul Monte Cucco, sull’Appennino Umbro Marchigiano, e si insinua sul suo versante sud, creando la splendida vista di un paesaggio roccioso nel quale si alternano laghetti, cascate, canyon e stretti sentieri. La forra, nonostante sia esposta spesso al sole, è un ambiente dal microclima freddo anche d’estate. Essa è costituita da due aree separate da una zona pianeggiante.

La seconda area è quella ritenuta più interessante e piacevole da scoprire, per il suo paesaggio variegato e fantastico: in alcuni punti delle vere e proprie grotte a cielo aperto ed ambienti la cui scoperta richiede l’abilità di scalatori e speleologi. Inoltre, è la parte più lunga e vi si può accedere attraverso viottoli e sentieri rocciosi. Gli appassionati possono godere anche di discese in corda ma con il dovuto ausilio di organizzazioni sportive.

Gola di Jana

© A. Tessadori

In Provincia di Macerata merita un interesse particolare la Gola di Jana, situata nei pressi di Braccano, frazione del Comune di Matelica, caratteristico borgo dalle case colorate e dagli artistici murales. Per un tratto si può procedere con l’auto, fino ad uno spiazzo oltre il quale è necessario proseguire a piedi. Al primo bivio occorre tenere la destra ed oltrepassato un piccolo torrente si giunge all’imbocco della gola che è molto stretta e con temperature rigide perché il sole non vi penetra praticamente mai. A questo punto il percorso si fa accidentato e richiede un po’ più di attenzione a causa del suolo scivoloso. Siamo dunque nell’area della Riserva Naturalistica di San Vicino e Canfaito, dalla natura particolarmente ricca di prati, ruscelli e gole.

Nei pressi della seconda cascata non è possibile proseguire il cammino ma appagano la vista lo spettacolo del colore blu dell’acqua e le pareti levigate della gola. Una meraviglia fiabesca dove il silenzio è rotto solo dallo scrosciare delle acque. La strada del ritorno non presenta difficoltà e una sosta la merita anche l’abbazia di Roti, struttura che sembra sia stata anche dimora e rifugio del misterioso Ordine dei Templari: a testimonianza di ciò le diverse croci di Malta presenti sopra le porte rimaste ancora in piedi. Da qui lo sguardo si apre su di un ampio panorama visibile dai prati che indubbiamente appagherà la mente e lo spirito.

Gole dellInfernaccio

© A. Tessadori

In Provincia di Fermo, e più precisamente nel Comune di Montefortino, nel cuore pulsante del Parco dei Monti Sibillini, è possibile imbattersi nelle Gole dell’Infernaccio. Nascono dal fiume Tenna e sono luogo di passeggiate ed escursioni specie in estate, ove è possibile trovare un gradevole refrigerio dal caldo delle estati torride. Le vertiginose pareti di roccia in alcuni punti arrivano quasi a sfiorarsi e la luce fatica a penetrare creando un’atmosfera tale da sembrare di essere in un girone dell’inferno dantesco.

L’inizio del percorso è caratterizzato dalle “pisciarelle”, cioè la caduta di gocce d’acqua dalle rocce sovrastanti tale da sembrare un’enorme doccia a cielo aperto. Dalle gole si può salire attraverso un fitto faggeto verso l’eremo di San Leonardo a 1.178 mt, luogo di elevata spiritualità, per poi proseguire fino alla Cascata Nascosta o Salto del Rio, una cascata formata dall’affluente del fiume Tenna. Occorre sottolineare che durante la stagione invernale questa zona è particolarmente vulnerabile al rischio valanghe, e per questo motivo è sconsigliabile addentrarsi fino a primavera inoltrata.

Cascate della Volpara

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La Provincia di Ascoli è rappresentata dalle Cascate della Volpara sul versante marchigiano dei Monti della Laga, raggiungibili da un percorso che parte dal borgo di Umito a 640 mt., frazione di Acquasanta Terme. Per arrivare alla base dei salti la strada è abbastanza semplice e frequentata grazie anche a opere di sistemazione dei sentieri con cartellonistica e staccionate. In auto è possibile arrivare fino ad un ponte in cemento oltre il quale la strada è chiusa al traffico. Si continua, dunque, a piedi sulla stradina che sale attraverso gli alti castagni e poi scende per traversare il Rio della Prata.

Una volta arrivati accanto a un rifugio  a 805 mt. e ad una piccola sorgente, si continua sul sentiero fino a raggiungere una grotta con i resti di un forno. Man mano nel cammino ci si avvicina al torrente fino ad un’ultima salita che porta ad affacciarsi sull’anfiteatro dominato dalla Macèra della Morte, punto di confine tra tre regioni. Le Cascate della Volpara scendono dal vallone di destra. Questo itinerario nel Parco Nazionale del Gran Sasso è magnifico soprattutto nel momento del disgelo quando la portata delle acque è più consistente e lo spettacolo del salto di conseguenza appare più maestoso.

a cura di www.turismomarche.com