Lo spettro di Brocken sui Sibillini

Non stiamo per raccontarvi una leggenda, un’apparizione sovrannaturale ed eventi inspiegabili legati ai monti della Sibilla, ma un fenomeno ottico particolare e raro che la fotografa naturalista amatoriale Monica Capretti, con un po’ di fortuna e un’ottima conoscenza della montagna, è riuscita a fotografare e che ora sta facendo il giro del web.

Osservando la foto si può credere davvero che la fotografa abbia colto il passaggio di una strana presenza o che sia riuscita a ricrearla con effetti o filtri particolari. Non è così. Lo spettro di Brocken, o Gloria solare, è un fenomeno del tutto naturale che si presenta come una grande sagoma indefinita e nera, che altro non è che l’ombra dell’osservatore, o in questo caso, del fotografo, circondata da un’aureola simile all’arcobaleno.

Il fenomeno è raro e difficilmente osservabile perché si verifica solo in determinate condizioni: il sole deve essere piuttosto basso e alle spalle dell’osservatore che deve trovarsi al limite superiore delle nebbie o nubi con il sovrastante cielo terso. Solo così il sole può proiettare l’ombra ingrandita dell’osservatore contro la “tela” di nubi. L’ingrandimento dell’ombra che l’osservatore percepisce è un’illusione causata dal fatto che la superficie delle nuvole relativamente vicine viene giudicata alla stessa distanza degli oggetti al suolo visibili negli squarci tra le nubi, in realtà molto più lontani.

La Gloria o arco di Brocken ha una formazione affine a quella di un qualsiasi arcobaleno e deriva dalla diffrazione della luce solare ad opera delle gocce d’acqua. La differenza risiede nella diversa dimensione delle gocce d’acqua: piuttosto notevole quelle della pioggia che genera un arcobaleno, molto piccole nel caso della Gloria. La dimensione angolare è molto inferiore a quella di un normale arcobaleno, compresa tra 5° e 20° a seconda della dimensione delle goccioline. I colori risultano più saturi quanto più grandi sono le gocce d’acqua mentre con le gocce piccole i colori tendono a svanire e si avvicinano al bianco.

© Monica Capretti

Il nome di questo particolare effetto ottico deriva dal monte Brocken (1141 m), la più alta vetta della catena dell’Harz, nella Germania settentrionale, dove il fenomeno è stato osservato più volte in quanto la zona è particolarmente nebbiosa. Lo spettro è osservabile solo in quota, in alta montagna o, più spesso, in volo, quando un aereo si muove al di sopra delle nuvole proiettando su di esse la propria ombra, circondata anche in questo caso dall’arcobaleno circolare.

Mai nessuno fino allo scorso mese era però riuscito a catturare l’immagine di questo fenomeno nei Sibillini. Monica Capretti, giovane civitanovese appassionata di fotografia naturalistica e frequentatrice abituale delle nostre montagne, da qualche anno cerca di immortalare con la sua macchina le meraviglie che solo la natura può donarci. Il 5 settembre scorso durante un’escursione in compagnia di Gianluca Carradorini, uno dei massimi esperti dei Sibillini, ha avuto l’occasione di catturare la sua ombra all’interno della Gloria.

Quel giorno, dopo aver raggiunto la vetta del Monte Acuto, i due escursionisti si sono diretti verso il sentiero che da Pizzo Tre Vescovi porta a Forcella Angagnola notando che, verso la zona di nebbia, vi era un accenno dello spettro di Brocken con un arco dai toni molto deboli. Arrivati sulla cima del Pizzo Tre Vescovi, il sole era coperto dalle nuvole, condizione che impedisce il ripresentarsi dello spettro. Per il ritorno, invece di prendere per il versante nord, più rapido, hanno preferito seguire il sentiero a sud, più lungo, ma ancora coperto da nebbia pensando che se il sole fosse uscito, avrebbero forse rivisto più chiaramente lo spettro. Così è andata. Verso le 17.20, con il sole al tramonto, Monica Capretti è riuscita a scattare l’immagine perfetta con uno spettro ben definito e una Gloria dai colori sgargianti.

I pochi che hanno potuto assistere dal vivo al fenomeno raccontano di aver vissuto un’esperienza straordinaria, quasi mistica. Noi non possiamo che ringraziare Monica per averci fatto conoscere questo fenomeno naturale che ancora una volta stupisce di quanto sconosciuta, misteriosa e grande sia la natura da cui siamo circondati.

di S. Brunori