La Cappella Tiranni e gli altri capolavori della Chiesa di San Domenico di Cagli

Cappella Tiranni_Cagli

Strano destino quello di Giovanni Santi, pittore dalle grandi qualità spesso oscurate dalla fama sempiterna del figlio, Raffaello Sanzio. Ma sarebbe un grave errore e un peccato non indagare più da vicino l’opera del Santi e apprezzarla come merita. In particolare, nell’incantevole borgo di Cagli, in provincia di Pesaro e Urbino, possiamo trovare quello che secondo il critico Luigi Pungileoni è il suo capolavoro: l’affresco della Cappella Tiranni, all’interno della chiesa di San Domenico.

Cappella Tiranni_Cagli
© A. Tessadori

L’opera fu commissionata all’artista da Pietro Tiranni, nobile di Cagli e cortigiano a Urbino, per commemorare la morte della moglie Battista, nel tentativo di superare il dolore sublimandolo con l’arte. Giovanni Santi la realizzò intorno al 1490, pochi anni prima della morte, dando fondo a tutte le sue abilità. Il risultato è straordinario. Il ciclo di affreschi presenta diverse scene: nei pennacchi dell’arco che incornicia l’opera due tondi raffigurano l’Annunciazione, mentre nel sottarco al Cristo in gloria benedicente si affiancano tenere figure di angeli. Ma è nella parete principale che troviamo il centro fondamentale dell’opera in tutta la sua bellezza. Di fronte a noi ammiriamo la Sacra Conversazione. Assisa su uno splendido trono di marmo, la Madonna tiene in braccio Gesù, circondata da due angeli e due coppie di santi, una per lato. Alla sinistra dello spettatore, a San Pietro con le chiavi e San Francesco con le stimmate segue uno dei due candidi angeli. Nei suoi lineamenti sembra che Giovanni Santi abbia voluto raffigurare quelli del figlio Raffaello. E forse è per conferire al dipinto una personale nota di amore familiare che il pittore ha aggiunto quello che secondo alcuni è il suo ritratto, al lato opposto della scena, raffigurandosi come San Giovanni Battista accanto a San Tommaso d’Aquino. Ai piedi del trono, in primo piano e al centro della composizione, una sottile candela rimanda sia simbolicamente che geometricamente alla Resurrezione di Cristo, raffigurata nella parte superiore. Cristo Risorto si erge solenne davanti al sepolcro scoperchiato, tra due ali di soldati prostrati per l’immenso stupore.

Cappella Tiranni_Cagli
© A. Tessadori

Nel complesso l’opera è di eccezionale bellezza, tanto che persino il geniale Raffaello sembra aver preso spunto dall’opera del padre in più di uno dei suoi lavori giovanili, così come un particolare della Resurrezione di Cristo dello stesso Raffaello rimanderebbe al sontuoso sarcofago di Battista Tiranni presente nella chiesa, sormontato da un altro affresco di Giovanni Santi. Sì perché la Cappella Tiranni è un capolavoro in ottima compagnia, circondato da opere come appunto il Cristo nel Sarcofago fra san Gerolamo e san Bonaventura dello stesso Santi, l’Annunciazione attribuita recentemente a Timoteo Viti, la Presentazione al tempio di Gaetano Lapis e altre ancora.

Opere d’arte degne di un grande museo, conservate nella bellissima cornice della chiesa di San Domenico, ampia e imponente, sormontata da capriate lignee, alla quale si accede tramite un portale realizzato, secondo alcuni studiosi, su disegno di Bramante. 

Cagli racchiude insomma un tesoro incredibile, da raggiungere dopo aver passeggiato con calma per i suoi vicoli. Come disse lo scrittore Edward Hutton: “Si viene a Cagli per Giovanni Santi e si resta per amore del posto”.