I ponti delle Marche

Un ponte non è semplicemente una costruzione architettonica. È un simbolo. È qualcosa che unisce due sponde lontane, che permette di passare dall’una all’altra, che collega due lembi di terra che altrimenti rimarrebbero per sempre distaccati, ognuno dalla sua parte.
Il significato metaforico del ponte è davvero potente, perché rappresenta tutto quello che si può fare per superare le divisioni, per creare un terreno comune, che permetta l’andirivieni di comunicazioni da se stessi all’altro.
Da un punto di vista un po’ più calato nella realtà, i ponti hanno rappresentato, soprattutto nel passato, la possibilità di spostarsi permettendo l’attraversamento del fiume quando quella era l’unica strada possibile, senza il navigatore a ricalcolare il percorso.
Hanno assistito nei secoli al passaggio di carovane, di guerrieri, di pellegrini. Ed oggi sono ancora in grado di sopportare il passaggio di roboanti motori e pesanti automobili.
A queste costruzioni, troppo spesso private della reale attenzione e considerate semplicemente opere di ingegneria civile, vogliamo oggi dedicare il nostro giro per le Marche: 9 ponti per andare alla scoperta di altrettante zone delle Marche e arricchire i nostri occhi di nuovi punti di vista.

Il Ponte della Concordia – Fossombrone

© A. Tessadori

A Fossombrone, il Metauro entra nel centro storico cittadino. Per permettere di attraversarlo, è stato costruito nel 1782 il Ponte della Concordia, uno dei più belli d’Italia per la bellezza semplice e allo stesso tempo complessa del suo unico arco a tutto sesto. Ha una lunghezza di 40 m per 20 di altezza. Distrutto durante l’ultima guerra dai tedeschi, fu ricostruito nel 1947 fedelmente all’originale.

© A. Tessadori

Il Ponte Romano di Fermignano

© A. Tessadori

Il primo aggettivo che verrebbe da usare per descriverlo è imponente. Questo ponte è infatti una monumentale struttura a tre archi, costruita in blocchetti di pietra disposti in bassi filari e con tratti di restauro a mattoni. Collocato vicino alla Torre, è stato edificato con la stessa tecnica di costruzione. Ponte e Torre sono strettamente collegati, tanto da sembrare quasi un unico complesso monumentale e non è neanche difficile immaginare il perché: insieme avevano una grande importanza strategica per il controllo della viabilità medioevale. A metà del Ponte si può vedere un’edicola eretta in occasione di un intervento di restauro effettuato nella seconda metà del 400 per volere di Federico da Montefeltro e sotto la direzione di Francesco di Giorgio. Al suo interno, una Madonna col Bambino di fattura tardo-quattrocentesca.

Il Ponte del Diavolo – Tolentino

Eretto nel 1268 su disegno di Mastro Bentivegna, questo ponte è unico nella sua forma in tutto il corso del Chienti: cinque sono le sue arcate centinate, sorrette da grandi piloni, con torre-barriera quadrangolare, merlata alla guelfa. Nel 1524 il ponte si arricchì, sullo spigolo del pilone centrale, di un’edicola sacra con un affresco che ritrae la Vergine con il Bambino. L’arcata centrale del ponte fu distrutta dai bombardamenti tedeschi, ma fu ripristinata subito dopo la guerra assolutamente uguale all’originale. Il suo nome trae origine da una leggenda secondo la quale il costruttore e il diavolo avrebbero stipulato un accordo per l’edificazione di questo ponte, ritenuto di cruciale importanza per Tolentino, in cambio della consegna dell’anima del primo passante. Sembra però che San Nicola, venuto a conoscenza del patto, riuscì a beffare il diavolo, lanciando una forma di formaggio lungo il ponte e facendo sì che il primo a passare fosse un cane.

Ponte Mallio – Cagli

© A. Tessadori

Costruito per collegare le due sponde del torrente Bosso, questo ponte di età repubblicana prende il nome da un’iscrizione che cita il personaggio M. Allius. Ponte Mallio è una delle opere romane più imponenti lungo il tracciato della Flaminia. Per costruirlo sono stati sovrapposti a secco dei grandi blocchi in “breccione” o pietra “grigna”, di cui un’antica cava si trovava proprio lungo la Flaminia. La parte in conci di pietra corniola, disposti a filari regolari, si deve invece ad un successivo intervento di restauro, probabilmente in epoca imperiale.

Ponte dell’Intagliata – Cingoli

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Eretto lungo il corso del fiume Musone, nel corso dell’XI e XII secolo e dunque in epoca medievale, questo ponte faceva parte di un complesso sistema fortificato che si trovava a difesa di questo tratto del Musone. Era questa infatti una zona strategica perché di confine tra il fronte longobardo e le terre bizantino-ravennati. Oggi purtroppo questa opera giace in uno stato di totale abbandono e, se non verranno avviati interventi di restauro, il suo crollo non sarà lontano. 

Ponte Romano di San Vittore – Genga

© A. Tessadori

Costruito sopra il ponte Sentino, questo ponte è perfettamente conservato ed inserito nell’architettura del luogo. Questa bellissima opera di epoca romana si trova presso l’Abbazia di San Vittore delle Chiuse ed originariamente conduceva ad una stazione termale. Oggi contribuisce a dare a questo piccolo borgo abbaziale l’aspetto di una vera e propria cittadina fortificata.

Ponte Ferroviario di – San Severino Marche

© A. Tessadori

Questo ponte ferroviario oggi fa parte della linea ferroviaria Civitanova-Fabriano ma a partire dalla fine dell’800 collegava la vallata tra San Severino Marche e Tolentino. È un’opera davvero imponente, tutta in mattoni.

Ponte di Cecco – Ascoli Piceno

Lungo 14,5 metri ed alto 25 metri, questo ponte attraversa il torrente Castellano, nei pressi di Porta Maggiore, e conduce al forte Malatesta. In un primo momento era stato erroneamente attribuito all’epoca medievale salvo poi essere correttamente ricollocato come opera della Roma repubblicana. Caratteristica è la costruzione a forma di casupola che si trova al centro del ponte ed è detta “casetta del dazio”, utilizzata come alloggiamento per incardinare il portone d’ingresso alla città.
Una curiosità: secondo la leggenda e la tradizione popolare, il nome di questo ponte sarebbe da collegare con Cecco d’Ascoli, poeta ed astrologo, che lo avrebbe costruito in una sola notte con l’aiuto del diavolo.

Ponte romano di Solestà – Ascoli Piceno

Il ponte, conosciuto anche come Ponte augusteo di Porta Cappuccia perché collega il centro della città con il quartiere di Porta Cappuccina, risale all’età augustea ed ha l’aspetto tipico delle opere romane: realizzato in opera quadrata di travertino a murazione liscia. Per l’epoca nel quale fu costruito, le sue misure – 62 metri di lunghezza, 25 di altezza, 6.50 di larghezza – erano davvero imponenti: l’unico più grande era quello sul Danubio.