Castelfidardo

La patria della fisarmonica è anche molto di più!

A guidarci alla scoperta di Castelfidardo è Mirco Soprani, al secondo mandato come Sindaco. Lui la sua città la ama e non solo perché ne è il primo cittadino: si vede da come ne parla in maniera orgogliosa.
Con lui, cercheremo di dirvi qualcosa di Castelfidardo che ancora non sapete e magari…incuriosirvi quel tanto che basta per decidere di visitarla!

Palazzo Comunale

Sindaco, lei è al suo secondo mandato quindi conosce molto bene la sua città. Come la descriverebbe per raccontarla a chi non c’è mai stato?
“Una città dall’animo laborioso, fondata sulla cultura del lavoro e della musica. Una superficie limitata in termini di km quadrati (21) che compendia però ogni aspetto, presentandosi in maniera ordinata, pulita, accogliente. C’è l’area verde della Selva che rappresenta un patrimonio storico ed ambientale di prim’ordine al pari del Parco del Monumento sulla cui sommità spicca l’immagine simbolo del Risorgimento: l’opera in bronzo fuso del Vito Pardo che ritrae il Generale Cialdini a cavallo e descrive in maniera allegorica il sofferto percorso verso l’Unità d’Italia. C’è poi un centro storico ricco di testimonianze della fede e il balcone naturale di Porta Marina che domina le vallate circostanti ed, inoltre, le tre zone industriali, che da sempre rappresentano la nostra forza e il nostro serbatoio di benessere: un’eccellenza produttiva che, dalla scintilla della fisarmonica, si è tradotta in altri settori creando realtà di assoluta avanguardia e qualità”.

Monumento Nazionale delle Marche

Ci può raccontare in breve la storia di Castelfidardo?
“Le date più note sono due: il 18 settembre 1860, quando l’omonima battaglia si rivelò scontro decisivo tra le truppe pontificie e quelle del IV Corpo d’Armata Piemontese guidate da Cialdini, nel processo di unificazione nazionale e il 1863, in cui viene collocata la fondazione dell’industria della fisarmonica per merito di Paolo Soprani, una ricorrenza di cui celebriamo quest’anno il 150° anniversario. Ben più antiche sono però le origini, fatte risalire in epoca anteriore a quella dei Romani. Le prime tracce sicure del Castrum Ficardi, il castello cui dobbiamo il nome e lo Stemma, risultano dai documenti ecclesiastici  del 1100, ma è ancora controverso se la fondazione della città sia da attribuirsi ad un’iniziativa del vicino Comune di Osimo o allo stretto legame con il porto di Numana, alla cui diocesi Castelfidardo appartenne nei primi secoli. L’assetto urbano cominciò a prendere forma tra il 500 e il 600 con i primi borghi fuori le mura e l’istituzione a Crocette di una delle più tradizionali fiere interregionali che a tutt’oggi si svolge nel mese di settembre. Quella dei tempi moderni è poi la storia di una città ad elevatissima industrializzazione, riconosciuta tale per meriti nel 1988, e dal repentino sviluppo demografico, oggi alle soglie dei ventimila abitanti”.

Porta Marina fontana di Tonino Guerra

Questa è la patria delle fisarmonica, ma di certo i turisti avranno anche tanto da ammirare. Se dovesse consigliare un percorso turistico attraverso Castelfidardo, quale sarebbe?
“Prendendo come riferimento di partenza il nucleo del centro storico, suggerirei di far partire la visita dai giardini recentemente ristrutturati di Porta Marina, ove è stata collocata l’originale fontana realizzata dal maestro Tonino Guerra e denominata “Il bosco della musica”; il percorso dell’arte passa poi attraverso il corso principale, ove si snodano le belle Chiese di Sant’Anna, la Collegiata Santo Stefano, San Francesco ora adibito ad Auditorium e San Benedetto. Nella piazza principale si può ammirare l’antico Palazzo Priorale oggi adibito a sede Municipale e del Museo Internazionale della fisarmonica, uno scrigno d’arte e cultura dove sono custoditi oltre 350 esemplari dello strumento che ci ha dato notorietà nel mondo. Lungo via Mazzini, nei locali di Palazzo Mordini c’è poi un apprezzabile Museo del Risorgimento, meta di appassionati e scolaresche. Nel perimetro del centro, le Porte del Sole, Vittoria e del Cassero che si affaccia sulla piazza Garibaldi dominata dalla bella torre dell’Acquedotto. Scendendo verso Ancona e la Riviera del Conero, irrinunciabile la visita al Parco del Monumento e infine alla Selva, sito di educazione ambientale ove si può ammirare anche il sacrario-ossario dedicato ai caduti nella Battaglia del 1860”.

Proviamo a prendere anche i nostri lettori un po’ per la gola: quale abbinamento chi viene a Castelfidardo non deve assolutamente mancare di assaggiare?
“Numerosi e di spessore, le attività ristorative che preparano piatti tipici marchigiani:  le lasagne, o vinci sgrassi, gli gnocchi con la papera, lo stoccafisso, cui si possono abbinare vini prodotti localmente da una nota ed antica azienda vinicola”.