Alice Bellagamba

“Orgogliosa di essere marchigiana”

Dopo aver calcato i palcoscenici di mezzo mondo, da Firenze a Reggio Emilia, passando per New York e Tel Aviv, Alice Bellagamba, jesina classe 1987, è tornata alle sue radici, alla sua terra; terra che ha voluto omaggiare denominando l’Accademia di danza da lei fondata nella sua città natale proprio “Balletto delle Marche”. Tra danza, tv, cinema e teatro Alice Bellagamba, nonostante la sua giovane età, vanta già numerose esperienze nel mondo dello spettacolo, da fiction televisive come “Un passo dal cielo” con Terence Hill, a film quali “Un fantastico via vai” di Leonardo Pieraccioni, solo per citarne alcuni. Forte della sua determinazione e della voglia di mettersi in gioco, oggi Alice è riuscita a raggiungere gli obiettivi che da sempre si era prefissata. La parola a lei.

Alice, dopo aver vissuto fuori dalle Marche per oltre vent’anni, sei tornata a Jesi. Di cosa ti occupi ora?
Sono tornata nel 2018, anche se per tutta la mia vita sono sempre stata con il bagaglio in mano. Sono partita a 13 anni da Jesi alla volta di Firenze, dopo aver vinto una borsa di studio per la Scuola del Balletto di Toscana. Mi sono in seguito trasferita a Reggio Emilia, quando il coreografo Mauro Bogonzetti mi scritturò per la compagnia “Aterballetto” di Reggio Emilia, dove sono rimasta quattro anni e grazie alla quale ho danzato nei maggiori teatri di tutto il mondo: abbiamo fatto tournée meravigliose. Siamo stati in Cina, Nuova Zelanda, Corea, Messico, negli Stati Uniti, a New York, in Finlandia, a Tel Aviv. Terminata l’esperienza teatrale mi sono detta di provare anche l’altra faccia della medaglia, cioè la televisione. Feci il provino per “Amici”, che andò benissimo, arrivai in finale unica ballerina insieme a tre cantanti. Concluso il programma ho iniziato a essere contattata da registi, casting director per sostenere provini come attrice e mi scritturarono. Il primo film che ho girato è stato “Balla con noi”, poi ho recitato in “Provaci ancora prof”, “Non smettere di sognare”, “Che Dio ci aiuti”, “Talent school”. Per circa dieci anni ho vissuto a Roma lavorando proprio come attrice, senza abbandonare mai la danza.

E poi?
A un certo punto ho sentito la necessità di trovare una mia stabilità, un mio luogo sicuro, che interpreto come la mia città natale, Jesi. Qui ho fondato l’accademia del Balletto delle Marche, inaugurata il 29 settembre 2018. Un’accademia in cui metto a servizio dei giovani, degli adulti e dei bambini, le mie esperienze, il bagaglio professionale che ho acquisito in 18 anni di vita e carriera fuori dalle Marche. Per me è un progetto meraviglioso. Sono tutti i giorni qui dentro e l’accademia me la sono vista crescere, nascere. A fine luglio di quest’anno abbiamo concluso il nostro anno accademico con il Summer Dance Campus, una settimana durante la quale i miei allievi e anche esterni (oltre settanta provenienti da tutta Italia, dalla Valle D’Aosta, dal Molise, dalla Puglia,d alla Sicilia e dalla Campania) hanno potuto studiare con i più grandi esponenti della danza a livello nazionale: Kledi Kadiu, Maria Zaffino, Adriano Bettinelli, Alice Belvederesi. Al termine della settimana di studio ed esperienza, i migliori allievi del campus hanno vinto borse di studio assegnate dagli insegnanti per studiare una settimana o più nelle loro scuole. La mia soddisfazione non è stata solo quella di aver creato un Summer Dance Campus per dare la possibilità agli allievi di lavorare con insegnanti di tale calibro. E’ stato bello anche aver dato vita a un’esperienza di competizione sana, in cui chi si dimostrava un talento puro avrebbe vinto una borsa di studio. E’ stata un’esperienza unica, i bambini si sono affezionati a noi ed è stato bello portare a Jesi tutto ciò, tanto che la Summer Dance Campus sarà un’iniziativa che riprenderemo.

Quale disciplina insegni in accademia?
La mia disciplina più vicina è il contemporaneo, ma mi hanno sempre insegnato a non focalizzarmi su un’unica tipologia. Ho studiato classico, neo classico, moderno e hip hop. Insegno tutte queste discipline.

A proposito di hip hop, sta tornando in auge questa disciplina. Che ne pensi?
L’hip hop fa parte di una disciplina giovane, nata negli anni Settanta negli Stati Uniti. E’ un tipo di danza che si sta evolvendo: sempre più giovani ascoltano questa tipologia di musica come rap e trap e molti si avvicinano a questo tipo di danza che nasce nelle strade. A differenza della classica che devi studiare nei teatri e in sale, l’hip hop puoi ballarlo anche per strada.

Quali luoghi del mondo che hai visitato ti sono rimasti nel cuore?
Sicuramente la Nuova Zelanda, la parte più lontana rispetto a noi. È una terra incontaminata con le sue distese di verde. Anche osservare il tramonto è una sensazione completamente diversa rispetto all’Europa.

E luoghi cari delle Marche?
Jesi, Senigallia, Porto Recanati, Sirolo… in realtà nelle Marche abbiamo delle città meravigliose, dei tesori unici. Penso anche alle Grotte di Frasassi: posti bellissimi che tanti non conoscono, a volte dico anche per fortuna, perché così le Marche rimangono una regione pulita, incontaminata, pura.

Che rapporto hai con questa regione?
Sono sempre stata legata alle mie radici e in questi diciotto anni in giro per l’Italia e l’Europa mi sono sentita felice e orgogliosa di provenire dalle Marche, una regione tra le più belle d’Italia, anche se poco conosciuta. Per questo ho voluto denominare la mia accademia “Balletto delle Marche”: per il mio orgoglio di essere marchigiana, di provenire da questa regione.

A luglio è uscito al cinema un film che ti vede protagonista.
Si tratta di “Welcome home”, girato in Umbria con una produzione interamente americana. Ho recitato a fianco di attori del calibro di Aaron Paul, Emily Ratajkowski, Riccardo Scamarcio. Un’esperienza assolutamente formativa, indimenticabile. Si tratta di un thriller psicologico dove io interpreto Isabella, un’adescatrice di Aaron Paul.

Danza o recitazione? Quale arte esprime meglio la tua personalità?
Sono nata con la necessità di esprimermi a livello artistico e ho abbracciato il palcoscenico a quattro anni con le prime recite scolastiche, poi piano piano ho iniziato a iscrivermi a corsi di pattinaggio artistico, ho preso parte al coro delle voci bianche. Per me il palcoscenico è la vita reale, non potrei immaginare un’esistenza senza spettacoli, senza esibizioni; quando sono sul palco o quando porto in scena qualcosa di me, come le allieve della mia accademia, per me è vita pura. La differenza tra recitazione e danza è minima, è sempre un fluire di emozioni, un raccontarsi in maniera diversa, ma molto, molto simile.

Un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere una carriera artistica?
Consiglio di perseverare: tutti quanti, io compresa, siamo caduti varie volte, ma se hai un sogno e hai un obiettivo enorme, non bisogna aver paura di cadere. Si deve anzi avere la forza di rialzarsi, anche se la prima volta può sembrare inutile, ma è il cadere che ti forma per il domani. Non c’è vittoria grande senza sconfitta.

Progetti futuri?
Per ora penso al mio Ferragosto da trascorrere al mare! Sono poi proiettata al nuovo anno accademico della scuola, le cui iscrizioni riapriranno il 2 settembre.

di I. Cofanelli