Viaggio tra i guardiani del mare

Sentinelle silenziose di un mare alle volte nemico, i fari raccontano storie misteriose di uomini e marinai e testimoniano ancora oggi le prodezze di personaggi coraggiosi. La storia dei fari trae le sue origini nell’antichità: nascono, infatti, in epoche lontanissime, e la loro evoluzione va di pari passo con l’evolversi della navigazione. All’inizio sono solo dei semplici falò alimentati con fascine di legna che vengono tenuti accesi durante tutta la notte per orientare i naviganti, poi si evolvono attraverso i secoli fino a diventare quelli che oggi conosciamo. La costruzione di torri per indicare alle navi l’accesso ai porti o per segnalare pericoli fu ideata dai greci: la torre più antica sembra sia stata quella di capo Sigeo, costruita verso il 1000 a.C. all’entrata dell’Ellesponto. Definiti dai più i “guardiani del mare” dal fascino antico e inspiegabile, sono stati protagonisti anche di svariate poesie e romanzi in cui spesso predominava la vita leggendaria del guardiano del faro. Il territorio delle Marche è disseminato di fari storici e oggi, seppur alcuni di essi abbiano un valore secondario nel campo della navigazione, hanno acquistato grande fascino agli occhi di turisti e viaggiatori.

Il faro di San Benedetto del Tronto

© A. Tessadori

Il faro di San Benedetto del Tronto, si presenta come una torre cilindrica di colore bianco dell’altezza di 31 mt. con accanto la casa a due piani dove alloggia il suo guardiano. Ad oggi, si tratta della struttura più importante del medio Adriatico, una fascia costiera che va da Ancona ad Ortona in Abruzzo. Diversamente dalla maggior parte degli altri, questo faro si trova nei pressi del centro città, in piazza Giorgini, all’inizio dell’isola pedonale, ben integrato tra palme ed oleandri. Venne costruito tra il 1948 e il 1950 ed entrò in funzione ufficialmente nel 1957.

Prima di allora, il solo punto di riferimento dei naviganti era il suono delle campane del duomo. Il suo raggio rotante riesce ad illuminare una distanza di circa 32 miglia nautiche. Peraltro, in condizioni di nebbia, si aziona anche il nautofono, un segnale acustico che invia il suono ogni 30 secondi. Teoricamente, attraverso una scala a chiocciola di ben 150 scalini, è possibile raggiungere la sua sommità dove è posizionata una terrazza da dove è possibile godere di un panorama di rara bellezza: lo sguardo può spaziare dal mare, al porto fino al centro città, sino ai Sibillini, in pratica però la zona non è accessibile in quanto area militare completamente recintata.

Il faro di Pedaso

© A. Tessadori

Il faro di Pedaso, costruito nel 1877 sui resti di una torre di avvistamento, venne danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale dai tedeschi e successivamente rimesso a nuovo nell’immediato dopoguerra. Si trova sulla costa del Monte Serrone e si erge a 51 m. s.l. m. tra ginestre e vegetazione naturale. È alto 22 mt. e la struttura è dotata di una scala a chiocciola interna che conduce alla terrazza dove si gode di un panorama, nei giorni limpidi, che spazia dai Monti Sibillini fino alla Croazia.

Il faro di Pedaso rappresenta certamente il simbolo dell’anima marittima del paese e punto di riferimento dei naviganti da secoli. Non sempre è accessibile al pubblico, ma periodicamente sono organizzate delle aperture straordinarie, specie d’estate, con visite guidate su prenotazione. Dal faro si diramano, inoltre, dei percorsi storico-naturalistici fino al belvedere dal quale è possibile perdere la vista tra il blu del mare fino al confondersi con l’orizzonte: di qui la curiosità è che si possono osservare degli scogli soprannominati dai pescatori in maniera del tutto bizzarra.

Il faro di Civitanova Marche

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Il faro di Civitanova Marche è un altro faro nelle Marche molto noto, con la sua torre alta ben 33 metri progettata dall’architetto romano Dante Tassotti che termina con una cuspide a forma di cono. In realtà si tratta del campanile della Chiesa di Cristo Re, realizzata nel 1933 su progetto dell’ingegner Gustavo Stainer e la cui ultimazione negli anni Ottanta è stata possibile soprattutto grazie alla generosità dei pescatori e degli armatori del luogo. Il faro comunica con segnali Morse le lettere “C” e “M”, che sono proprio le iniziali della città. Per ammirarlo da vicino si può usufruire di un comodo ascensore oppure scegliere di salire i 258 scalini.

La torre si inserisce in un contesto dalle mille sfaccettature: lungo il percorso, infatti si incontra la Vecchia Pescheria in stile liberty e il quartiere Shangai che si connota per l’aspetto pittoresco di vecchio borgo marinaro. Una piacevole passeggiata lungo il molo, condurrà, inoltre, ad un altro piccolo faro di colore verde che sorveglia la bocca del porto.

Il faro di Ancona

© A. Tessadori

Il faro di Ancona si trova all’interno del Parco del Cardeto, sul colle dei Cappuccini, da cui prende il nome. Ha un’altezza di 15 mt. e si trova a 104 m.s.l.m. Ha la forma di torre quadrata con i vertici diretti verso i quattro punti cardinali. A poca distanza da esso si trova il vecchio faro, voluto da Papa Pio IX, di forma cilindrica in mattoncini che è stato in funzione dal 1860 fino al 1965, anno in cui è stato sostituito dall’attuale a causa dei numerosi danneggiamenti subiti durante le due guerre mondiali, ma anche di sfaldamenti del terreno e dei vari terremoti che si sono susseguiti nel tempo. In prossimità dell’ingresso del vecchio faro, è apposta una targa in marmo che probabilmente rende omaggio all’utilizzo delle lenti di Fresnel, cioè degli elementi ottici innovativi poiché particolarmente sottili, che permettono di costruire apparati di illuminazione decisamente meno ingombranti.

Anche sul nuovo faro viene utilizzato questo tipo di lente, anche se il segnale di illuminazione è stato mutato: in un ciclo di trenta secondi esso emette quattro lampi seguiti da un periodo di buio di quattordici secondi, mentre per il vecchio faro il segnale era formato da un lampo bianco ogni 45 secondi ed ogni lampo era preceduto da quattro secondi di luce più tenue.

Il faro di Pesaro

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Il faro di Pesaro sorge a 175 m.s.l. nella Riserva del Monte San Bartolo. Entrò in funzione per la prima volta nel 1945 e appare come una torre cilindrica con i suoi 25 mt. di altezza con attiguo edificio a due piani, a ponente del porto di Pesaro. Il faro ha sostituito quello di Casteldimezzo caduto in disuso a seguito dei danneggiamenti provocati dalla guerra.  Oggi è gestito dalla Marina Militare da remoto, ma è altresì oggetto di una quotidiana manutenzione garantita dal guardiano, un impiegato della Marina che vive accanto al faro e tra le numerose altre cose si occupa della pulizia delle lenti e dei vetri. Ancora operativo, dunque, emette due segnali luminosi ogni 15 secondi.

© A. Tessadori

Generalmente non è aperto al pubblico se non in particolari occasioni, come le Giornate Fai, durante le quali si può salire sulla sua sommità arrampicandosi in un intrico di scale e scalette fino a godere di una spettacolare vista su Pesaro e sulle verdi colline circostanti. È doveroso, inoltre, apprezzare la sua maestosità dall’esterno, seguendo il sentiero panoramico che parte dal faro e arriva fino al Monte Castellaro dominato dalla Croce del San Bartolo, posta a protezione di marinai e contadini.

A cura di www.turismomarche.com