Nidastore, il più piccolo castello di Arcevia

Dalla leggenda dello ius primae noctis agli Uomini di Nidastore
Perfettamente conservato, luogo strategico e ricco di storia.

Nidastore è uno dei nove castelli di Arcevia, uno tra i più piccoli e quello più settentrionale, tanto da trovarsi a due passi dalla provincia di Pesaro-Urbino. Posto a 247 metri sul livello del mare, conta, secondo i dati del censimento del 2001, solo 24 abitanti. Eccellentemente conservato, è stato un luogo strategico, e per questo conteso per molti anni. Questo piccolo castello è legato anche a una triste leggenda.

Il suo nome, Nidastore, così particolare, deriva da Castrum Nidi Astori, ovvero Castello del nido degli Astori. Quest’ultimo è il nome di un grande uccello rapace che nel medioevo era molto spesso impiegato nella caccia e che ritroviamo raffigurato nello stemma del Castello.

La storia di questo borgo è piuttosto controversa. Il castello di Nidastore, fondato nell’XI secolo, era inizialmente sotto l’influenza della città romana di Suasa. In seguito il Castello, formato da un grande latifondo che comprendeva anche i castelli di Palazzo, San Pietro, Loretello e Montesecco, fu sottoposto al dominio di un unico proprietario. Nel 1070 la terra passò dal controllo del vescovo di Senigallia al vescovo di Fossombrone per ordine di Papa Alessandro II, per poi essere concessa dai re di Svevia a Corraduccio di Sterletto, fiduciario imperiale, nel 1250. Fino al 1462 fu oggetto di un’aspra contesa tra Fossombrone e Rocca Contrada (l’attuale Arcevia) che diede vita a scontri violenti e sanguinosi. Nel 1408 il Castello venne concesso al nipote del Vescovo di Fossombrone, Raniero di Taddeo dei Ranieri di Pesaro. Il conte, signore del Castello, si dimostrò essere un despota, almeno così narra la leggenda che lo ricorda per un evento assai spiacevole. La leggenda che lo riguarda racconta che tale Raniero di Taddeo, durante il suo dominio, avesse imposto lo ius primae noctis, ovvero il diritto alla prima notte con donne appena sposate. Non appena la cerimonia ed il banchetto erano terminati, la carrozza del conte arrivava a prelevare la giovane sposa e la conduceva nella sua stanza. Gli abitanti di Nidastore, stanchi di questo sopruso, decisero di ribellarsi e, guidati da Cecco di Tocco, si liberarono del tiranno uccidendolo e gettando la sua testa nel pozzo del castello.

Il Vescovo di Fossombrone, seppur biasimando l’atroce omicidio, concesse le proprietà del conte agli abitanti del Castello di Nidastore, sia come risarcimento per quanto subito sia come eredità, in quanto molti dei giovani del Castello erano i figli del conte Raniero.

Secondo altre fonti, invece, la morte del conte deve essere attribuita ad alcuni fuoriusciti da Rocca Contrada. Sarà forse per questo che nel 1462 Nidastore venne definitivamente concesso, grazie all’intervento di Papa Pio II, a Rocca Contrada. Nel 1700 terminò un’altra contesa, quella tra gli abitanti di Rocca Contrada e gli uomini di Nidastore, che si concluse a favore di questi ultimi.

Le vicende storiche che hanno interessato Nidastore hanno lasciato un’importante documentazione che restituisce la storia antica e moderna del Castello. A Nidastore venne istituita una sorta di comunanza agraria per amministrare le proprietà del Signore, chiamata Uomini di Nidastore, che risalirebbe all’incirca al 1400. La peculiarità di questa organizzazione era quella di rappresentare un’importante risorsa per la comunità dal punto di vista sociale ed economico. Infatti, con i proventi del lascito del conte Raniero di Taddeo, costituito da circa 80 ettari di terreno, due casolari e qualche palazzo del paese, gli abitanti di Nidastore hanno potuto realizzare l’acquedotto, le fognature, l’elettrificazione (tra i primi in Italia), la scuola elementare e materna e l’ambulatorio medico. Per statuto, infatti, la metà degli utili dovevano essere destinati ad opere di pubblica utilità, la ventesima parte ai poveri, la decima alla scuola materna e il resto ai Nidastoresi. Ancora oggi, dopo seicento anni, a Nidastore è attiva l’associazione degli Uomini di Nidastore.

Nidastore è un luogo pieno di storia, dove leggenda e fatti realmente accaduti si mescolano rendendo ancora più affascinante questo piccolo castello dell’arceviese perfettamente conservato.

In perfetto stato è mantenuta anche la cinta muraria risalente al ‘400, sulla quale poggiano, facendo da base, le abitazioni ed alcuni palazzi, anch’essi ottimamente conservati, dotati di portali risalenti al XVI e XVII secolo. Mentre l’attuale conformazione urbanistica del Castello, risalirebbe alla seconda metà del ‘400, quando Rocca Contrada, dopo una serie di distruzioni, è costretta a riedificare il Castello, dandogli l’aspetto che oggi possiamo ammirare. Altre bellezze artistiche che vale la pena visitare a Nidastore, sono la Chiesa di San Sebastiano, ricostruita nell’Ottocento, e la Chiesa di Sant’Anna, posta fuori dalle mura del castello e recentemente restaurata, esempio dell’arte medioevale di Arcevia.

di S. Cecconi